Villaggio Minerario del Siele, Video

Villaggio Minerario del Siele, Video

Video dalle Miniere del Monte Amiata

Video realizzato da: Video Grafica 01 – Grosseto

Il Siele ha mantenuto a lungo i caratteri di un vero e proprio villaggio minerario con il palazzo della direzione, i manufatti e gli impianti industriali funzionali alla estrazione, lavorazione e distillazione del cinabro, le abitazioni dei tecnici e dei dirigenti, una piccola scuola primaria, la cappella, lo spaccio, un’infermeria, le docce e gli altri edifici utili all’attività mineraria e alla vita delle famiglie dei tecnici che lo hanno abitato.
Dell’antico sito ottocentesco rimangono oggi solo alcune significative tracce. Durante i centotrenta anni della sua storia il villaggio minerario ha conosciuto ininterrotti e pesanti rimaneggiamenti: si sono abbattuti i vecchi manufatti per far posto a nuove e più funzionali opifici, sono stati demoliti i castelli dei pozzi che scendevano alle gallerie di escavazione, gli antichi forni Spirek sono stati sostituiti da impianti di distillazione più moderni e produttivi.
Ciò nonostante, è ancora forte l’emozione che dà il Siele: il vecchio villaggio minerario adagiato sul fondo di una gola cupa, cui fanno corona ombrosi boschi di querce e cerri, non cessa di sorprendere e colpire la fantasia di chi ha l’occasione di visitarlo.

Tra gli edifici recuperati si staglia l’intrigo inquietante dei tubi e delle torri dei forni Pacific con accanto l’edificio della frantumazione del cinabro e nei pressi il palazzetto dei neri con i suoi austeri archi di trachite. Di fronte, le abitazioni dei tecnici e dei dirigenti – balconi protesi dirimpetto la lussureggiante collina -, mostrano gli occhi sofferenti del lungo abbandono. Ed ancora, meraviglia la breve teoria degli stabili rosso cinabro con la chiesetta e i locali dei futuri archivi e delle sale multimediali che incontriamo entrando.
Su in alto sopra il cancello d’ingresso domina con la sua austera grazia la villa che ospitò i Rosselli e a sinistra, quasi in fondo al grande spiazzo, si apre il tunnel della galleria Emilia aperta ai visitatori nel suo primo tratto fino al pozzo Raffaello, uno dei più profondi con i suoi 350 metri sotto il livello del suolo. All’ospite meno distratto gli opifici, gli antichi fabbricati, il groviglio metallico dei forni e il cunicolo buio della galleria di carreggio rimandano alla durezza del pane strappato dai minatori alle viscere della terra.

Privacy Settings
We use cookies to enhance your experience while using our website. If you are using our Services via a browser you can restrict, block or remove cookies through your web browser settings. We also use content and scripts from third parties that may use tracking technologies. You can selectively provide your consent below to allow such third party embeds. For complete information about the cookies we use, data we collect and how we process them, please check our Privacy Policy
Youtube
Consent to display content from - Youtube
Vimeo
Consent to display content from - Vimeo
Google Maps
Consent to display content from - Google