Semproniano

Semproniano

Il paese e la sua storia

Il centro, posto nella vallata dell’Albegna, conserva intatto il suo impianto medioevale, con stradine strete e case di pietra, sviluppate in cerchi concentrici intorno alla rocca.
Sulla rocca i ruderi del castello aldobrandesco del XII secolo.
La leggenda vuole che il paese sia stato fondato da Sempronio Gracco, durante l’ancora prevalenza etrusca su Roma.

Il paesaggio collinare di Semproniano, divide le valli del Fiora e dell’Albegna ed e’ particolarmente ricco di viti ed olivi. Essendo a contatto con la zona termale di Saturnia e la zona etrusca di Sovana e Pitigliano, si è arricchito di centri di agriturismo.

STORIA
Già prima dell’anno Mille si parla di “Casale Simprunianum”, e intorno al secolo X, fu incastellata dagli Aldobrandeschi, che vi costruirono la rocca e possenti mura. Il ramo di Santa Fiora eredita il borgo che, nel XIII secolo diviene luogo di scontro tra i Senesi e gli Orsini di Pitigliano, senza mai una netta prevalenza.
Nel 1411, durante una battaglia tra le due fazioni, i Senesi mettono a fuoco le mura, segnando l’inizio di una crisi irreversibile durata fin’oltre l’acquisizione delle terre da parte dei Medici, avvenuta nel XVI secolo.
Solo nel 1963 la piccola comunita’ riacquistera’ la sua autonomia, grazie alla ricostituzione del Comune di Semproniano.

LEGGENDA
Una suggestiva leggenda, fa risalire il nome del paese a Tito Livio, che nella Historiae ad Urbe condita, liber XXXIV, ci narra come, nel 183 a.c., dai triunviri Quinto Caio Leone, Caio Afranio Stellione e Tiberio Sempronio Gracco, fu condotta nel terriotorio caletrano, e precisamente in quel di Saturnia, una colonia di cittadini romani ai quali, essendosi distinti in guerra, furono assegnati 10 iugeri di terra ciascheduno. Portata a termine l’impresa, pare che i triunviri, e qui entra in gioco non più la Storia ma la leggenda, volessero in ricordo, legare i loro nomi alle maggiori caratteristiche del bellissimo paesaggio. Scelsero percio’ un alto monte a nord, una collina al centro ed un corso d’acqua al sud, tra loro equidistanti. Quinto Fabio Labione, dette il suo nome al monte aspro e selvaggio che da allora si chiamo’ Labbro. Caio Afranio Stellione, lo assegno’ al corso d’acqua che da allora si chiamo’ Stellata. Tiberio Sempronio Gracco, dette il nome alla bella collina che ebbe il nome di Semproniano.

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