La miniera incantata
Sara Levi Nathan
I Rosselli e le Miniere del Monte Amiata
2023, Moroni Editore
Autore: Mariella Groppi, Antonella Sabatini
Volumi: 1
Pagine: 96 a colori
Anno: 2023
Editore: Moroni Editore
Descrizione
Questo romanzo è la storia di un viaggio avventuroso che due ragazzi intraprendono in una miniera da anni abbandonata. Nel loro cammino incontrano diversi personaggi che hanno animato leggende e storie locali. All’interno vive uno gnomo che ne è il custode e che li accompagna lungo le gallerie dove trovano il vecchio minatore, il drago sotterraneo e altri personaggi (l’arciere, il mago Merlino…) e animali (il serpe dagli occhi belli, madame Renard, la volpe…) che racconteranno le loro “vere” storie.
All’interno del racconto ci sono diverse descrizioni naturalistiche che si integrano con il resto senza appesantire la storia.
Il romanzo ha anche un intento pedagogico che sottolinea l’importanza di valori quali solidarietà, amicizia e uso della creatività e della fantasia.
Il linguaggio è semplice, con l’introduzione di termini dialettali che abbiamo usato per rendere più vivace il racconto e con l’intento di conservare la memoria linguistica di un territorio attraverso la parlata originale che dà sale alla narrazione.
Vari episodi del romanzo sono lasciati volontariamente aperti a evoluzioni fantastiche come inizio di altre avventure e quindi ad un nuovo eventuale progetto editoriale.
Mappa Parco Nazionale Museo delle Miniere dell’Amiata
Carta – Mappa Turistica
Parco Nazionale Museo delle Miniere dell’Amiata
2012, Moroni Editore
Autore: Moroni Editore
Volumi: 1
Pagine: #
Anno: 2022
Editore: Moroni Editore
Descrizione
Riproduce in scala 1: 120.000 l’intera zona.
27 fotografie – Formato 11,5 x 20,5 aperta 61,5 x 78,5.
Fui io che la difesi a viso aperto
Fui io che la difesi a viso aperto
Friedrich Ammann e la nascita della miniera di Abbadia San Salvatore
2022 – Graphe.it
Autore: Marco Fabbrini, Claudia Maccari
Volumi: 1
Pagine: 138
Anno: 07/2022
Editore: Graphe.it
Descrizione
Friedrich Ammann (1864-1910) è stato il primo direttore della miniera di Abbadia San Salvatore (Siena) e della Società Anonima delle Miniere di Mercurio del Monte Amiata. La sua epopea personale è figlia di una storia ancora poco conosciuta sia negli aspetti più rilevanti che ne hanno caratterizzato le decisioni amministrative ed esecutive, sia nei risvolti, talvolta molto complessi, che hanno costellato la sua giovane esistenza. Fui io che la difesi a viso aperto ricostruisce la biografia di questo personaggio fondamentale per la storia della Società Monte Amiata, di Abbadia San Salvatore e della montagna amiatina.
Interviste ai Minatori del Monte Amiata
Interviste ai Minatori del Monte Amiata
I racconti dei Minatori amiatini
Su YouTube sono disponibili le interviste realizzate ai Minatori che hanno lavorato nelle miniere del Monte Amiata.
Progetto realizzato dal Parco Museo Nazionale del Monte Amiata in collaborazione con il Prof. Giovanni Contini, Sopraintendenza Archivistica per la Toscana, Università la Sapienza di Roma. Riprese e Montaggio video a cura di Bruno Ruffaldi Santori, Video Grafica 01, Grosseto.
Museo Minerario di Abbadia San Salvatore, Video
Museo Minerario di Abbadia San Salvatore
Video dalle Miniere del Monte Amiata
Video realizzato da: Video Grafica 01 – Grosseto
Un viaggio nella storia affascinante, talora misteriosa del mercurio e del suo minerale, il cinabro, e attraverso le vicende di popolazioni, di villaggi, di montagne che questo minerale hanno vissuto e che dalla distillazione di questo metallo hanno ricavato prosperità, sviluppo, ma anche drammi sofferenze, sacrifici. Il Museo Minerario di Abbadia San Salvatore nasce dalla voglia di approfondire e far conoscere, una delle vicende legate allo sviluppo e all’evoluzione delle miniere di mercurio nella zona del monte Amiata; il valore storico e culturale di questo patrimonio devono essere preservate e di conseguenza essere messe in evidenza.
La Miniera del Morone, Video
La Miniera del Morone
Video dalle Miniere del Monte Amiata
Video realizzato da: Video Grafica 01 – Grosseto
La miniera del Morone è situata poco fuori l’abitato di Selvena, da cui dista circa 1 chilometro, a una quota di cinquecento metri sul livello del mare. L’area mineraria, dominata dai ruderi del castello medievale aldobrandesco di Rocca Silvana, era un sito conosciuto già al tempo degli etruschi e durante il medioevo, come risulta da documenti antichi e reperti rinvenuti, perché ricca di antimonio e vetriolo, nonché di mercurio. Tuttavia, si dovrà aspettare il 1850 per la ripresa dell’attività mineraria, quando la Società Industriale Stabilimento Mineralogico Modigliani, proprietaria della miniera del Siele, sotto la direzione dell’ingegnere francese Alfredo Caillaux – primo tecnico a redigere una relazione esaustiva sui giacimenti amiatini e a individuare con precisione gli sviluppi minerari dell’Amiata riconoscendo il valore delle tre aree, Siele-Morone-Abbadia, come le più importanti –, eseguì alcuni lavori di esplorazione scoprendo una discreta abbondanza di cinabro. Nonostante questi ritrovamenti i lavori non proseguirono e qualche anno dopo, nel 1871, Don Bosio Sforza, conte di Santa Fiora, cedette per 99 anni a Filippo Schwarzenberg e ai suoi eredi il diritto esclusivo di escavazione. Il nuovo concessionario, sotto la guida di Teodoro Haupt, iniziò nel 1874, proprio nell’area dove insiste lo stabilimento del Morone, le prime ricerche di cinabro che furono abbandonate nel 1882 perché poco fruttuose. Dopo la morte di Filippo Schwarzenberg, i suoi eredi, nel 1889, sotto la direzione dell’ingegner Jasinsky, ripresero le indagini che furono di nuovo sospese nel 1891, e successivamente riprese nel 1907. Due anni dopo, procedendo bene le coltivazioni, grazie all’introduzione di un impianto idroelettrico che permetteva la ventilazione delle gallerie, e alla costruzione di un forno Spirek, venne prodotto il primo mercurio. Nel 1917 la miniera fu acquistata dalla Società Monte Amiata, già proprietaria di quella di Abbadia San Salvatore.
Museo Minerario di Santa Fiora, Video
Museo Minerario Santa Fiora
Video dalle Miniere del Monte Amiata
Video realizzato da: Video Grafica 01 – Grosseto
Il Museo delle Miniere di Mercurio del Monte Amiata, sito nella piazza Garibaldi di Santa Fiora è stato realizzato per testimoniare la storia delle miniere e dei sacrifici compiuti dai minatori, poiché “in quel piccolo mondo di sofferenze e di ingiustizie splendeva una luce di umanità che è forse quella di cui abbiamo bisogno per costruire il futuro”.
Padre Ernesto Balducci
Villaggio Minerario del Siele, Video
Villaggio Minerario del Siele, Video
Video dalle Miniere del Monte Amiata
Video realizzato da: Video Grafica 01 – Grosseto
Il Siele ha mantenuto a lungo i caratteri di un vero e proprio villaggio minerario con il palazzo della direzione, i manufatti e gli impianti industriali funzionali alla estrazione, lavorazione e distillazione del cinabro, le abitazioni dei tecnici e dei dirigenti, una piccola scuola primaria, la cappella, lo spaccio, un’infermeria, le docce e gli altri edifici utili all’attività mineraria e alla vita delle famiglie dei tecnici che lo hanno abitato.
Dell’antico sito ottocentesco rimangono oggi solo alcune significative tracce. Durante i centotrenta anni della sua storia il villaggio minerario ha conosciuto ininterrotti e pesanti rimaneggiamenti: si sono abbattuti i vecchi manufatti per far posto a nuove e più funzionali opifici, sono stati demoliti i castelli dei pozzi che scendevano alle gallerie di escavazione, gli antichi forni Spirek sono stati sostituiti da impianti di distillazione più moderni e produttivi.
Ciò nonostante, è ancora forte l’emozione che dà il Siele: il vecchio villaggio minerario adagiato sul fondo di una gola cupa, cui fanno corona ombrosi boschi di querce e cerri, non cessa di sorprendere e colpire la fantasia di chi ha l’occasione di visitarlo.
Tra gli edifici recuperati si staglia l’intrigo inquietante dei tubi e delle torri dei forni Pacific con accanto l’edificio della frantumazione del cinabro e nei pressi il palazzetto dei neri con i suoi austeri archi di trachite. Di fronte, le abitazioni dei tecnici e dei dirigenti – balconi protesi dirimpetto la lussureggiante collina -, mostrano gli occhi sofferenti del lungo abbandono. Ed ancora, meraviglia la breve teoria degli stabili rosso cinabro con la chiesetta e i locali dei futuri archivi e delle sale multimediali che incontriamo entrando.
Su in alto sopra il cancello d’ingresso domina con la sua austera grazia la villa che ospitò i Rosselli e a sinistra, quasi in fondo al grande spiazzo, si apre il tunnel della galleria Emilia aperta ai visitatori nel suo primo tratto fino al pozzo Raffaello, uno dei più profondi con i suoi 350 metri sotto il livello del suolo. All’ospite meno distratto gli opifici, gli antichi fabbricati, il groviglio metallico dei forni e il cunicolo buio della galleria di carreggio rimandano alla durezza del pane strappato dai minatori alle viscere della terra.
La Miniera del Cornacchino, Video
La Miniera del Cornacchino
Video dalle Miniere del Monte Amiata
Video realizzato da: Video Grafica 01 – Grosseto
La storia mineraria di quest’area inizia da tempi lontanissimi, come testimoniato dai ritrovamenti di utensili litici dei primordi della storia dell’uomo, infatti nella mappa del 1913 dell’Ing. C. De Castro, viene riportata una Linea del Giacimento Lavorato dagli Antichi.
Lo stesso nome altro non è che la corruzione del nome Cornalino o Cornalina, da Monte Cornio che sovrasta la località e che deriva dalla presenza di Cornalina, una roccia silicea colorata e molto ricercata dagli Etruschi e dai Greci (in una delle prime gallerie, detta dei Francesi, venne ritrovata una grotta che conteneva una sepoltura con del vasellame ed una moneta di Filippo il Macedone datata 300 circa A.C.). La storia moderna inizia nel 1872 a seguito della Relazione dell’Ing. T. Haupt. Consulente del Granduca di Toscana per lo sviluppo delle miniere in Toscana.
Dopo una serie di ricerche che dettero scarsi risultati, l’industriale Swazenberg individuò i filoni più ricchi che dettero luogo allo sfruttamento moderno. E’ stata questa una delle più terribili miniere dell’Amiata; gallerie strettissime e ancor più stretti budelli, con il materiale che doveva essere estratto in gran parte a mano con carrette, scarso l’uso della polvere da sparo e la meccanizzazione quasi del tutto assente, di fatto tutti i lavori erano svolti con la sola forza delle braccia e molto utilizzati i bambini e le donne per entrare e scavare nei piccoli cunicoli.
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